"Pittura al femminile. Sei pittrici venete" Raffaella Surian

di Dino Formaggio Comune di Teolo, Galleria Civica 1991

Altro mondo, diverso per tempo e per direzione di personale intenzionalità nell'operare artistico, è quel- lo che costituisce l'originalità grafica della giovane Raffaella Surian (nata a Padova ne11960, ed ora residente a Monza). Qui intervengono ricerche di avanzata sperimentazione nel mondo, sempre ricco, pur antico com'è, di nuove e suggestive elaborazioni tecniche. Diplomatasi nel 1983 a Milano, presso la Nuova Accademia di Belle Arti, ha operato nel corso di Tecniche dell'incisione come Assistente del prof. Walter Valentini e poi come Assistente del prof. Mario Benedetti in quella medesima Accademia. Non v'è dubbio, queste opere, queste vaste e dense carte speciali di volta in volta variate, dove il torchio preme dalle lastre incise un favoloso mondo di pure immagini spaziali, rappresentano un decisa presa di posizione di poetica; quella che impropriamente si diceva Astrattista, ma che superata ormai la vecchia antitesi (troppo spesso polemica) tra pittura astratta e pittura figurativa, oggi si preferisce definire come una poetica della figuralità, dove il termine figura significa precisamente un mondo di pure immagini non legate a nessun tipo di atteggiamento descrittivo o discorsi- vo delle esterne realtà delle cose. La Surian usa magistralmente tecniche di cera molle, acquaforte e acquatinta per evocare l'apparire, dentro all'ampio volo degli spazi bianchi di un improvviso insorgere di puri segni segmentati, di grovigli molecolari in sommovimento microscopico, di sentieri interrotti, di serpeggianti profili paesistici di monti o di coste marine tra geometriche squadrature a tinta unita: il disvelarsi, dunque, di un mondo di pure immagini, di schemi ideali del- le cose da riempire a piacere, e quindi una continua apertura al- l'immaginazione, alla memoria, al sogno, una vera e propria apertura di credito per chiunque voglia giocare al libero gioco, fitto di richiami e di variazioni sensibili, dei desideri e delle attese, dei segni e dei simboli che si rincorrono assieme al sopravvenire di voli di immagini e di sogni. Questo libero e favoloso gioco dinamico dei segni e delle immagini è quanto di più artistica- mente godibile ci offrono le impronte di un lungo e pazientissimo lavoro, come l'incisione richiede, di questa sapientissima operazione scenico-simbolica di Raffaella Surian, per altro già ricca di pubblici riconoscimenti e suscettibile di diventare prezioso elemento per ampi spazi architettonici.