Raffaella Surian

di Walter Valentini Galleria il Castello

Raffaella era incuriosita e come sempre attenta ad osservare e capire cosa servissero quegli strani strumenti che c'erano in qua e in là nell'aula di incisione: bulini, puntesecche, bottiglie con strani liquidi, lampade a petrolio, impalpabile polvere marrone dentro dei barattoli, sale da cucina, penne d'oca... Cose strane veramente per un laboratorio, come strana era quella specie di macchina leonardesca al centro, dell'aula. Parlo di Raffaella, "la Surian" assieme ai suoi compagni ha preso contatto per la prima volta con tutto quello che gira attorno alla tecnica dell'incisione, con quella disciplina che la porterà agli interessanti e suggestivi risultati di oggi. Risultati ottenuti col suo modo "ostinato" di recuperare ciò che la tecnica e dà e che diventa la sua maniera espressiva. Ora il lento e faticoso lavoro dell'incidere sempre più le restituisce carte piene di sapore, (che ho visto nascere) con la sicurezza di chi ora ha il mestiere e con il mestiere il linguaggio dell'Arte.

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